A chi non è capitato, durante le serate con gli amici, dopo un pasto con i parenti a casa o dopo una divertente cena tra colleghi, di sentire qualcuno pronunciare la fatidica domanda: qual è la differenza tra acquavite e grappa?
E, puntualmente, ci siamo resi conto di non conoscere affatto la risposta.
E ce ne siamo stati lì, in disparte, aspettando che qualche sommo conoscitore di bevande intorno a noi, pronunciasse la più saggia e vera delle risposte.
Il motivo del tuo arrivo in questo articolo è che tutte le risposte che hai sentito sono contrastanti l’una dall’altra, sembrando spesso inesatte e confusionarie. Allora non hai resistito e sei andato alla ricerca della differenza tra acquavite e grappa.
In questo articolo, finalmente, troverai la risposta a questa domanda.
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Introduzione ai distillati
Per prima cosa devi sapere che “acquavite” è un termine generico che può essere sinonimo di “distillato”. Ma che cos’è la distillazione? Facciamo un breve passaggio sul significato di questo procedimento che crediamo tutti di conoscere, ma che presenta aspetti a volte più complessi di quanto si immagini.
La distillazione è un procedimento fisico che permette di separare le parti volatili di un fermentato, in base al loro diverso punto di ebollizione. In pratica, occorre scaldare il fermentato per permettere ai vapori alcolici di evaporare insieme agli aromi. Così facendo, si concentra la quantità di alcol contenuta nel fermentato. Se poi si raffreddano questi vapori si otterrà un liquido ad elevata gradazione alcolica.
Ciò che trasforma un distillato in acquavite è semplicemente la materia prima impiegata per ottenere la bevanda e la sua provenienza. La Grappa, ad esempio, è un distillato di vinaccia, il brandy è un distillato di vino, la vodka di patate, il whisky di cereali, il rhum di canna da zucchero e così via.
Come avviene la produzione della Grappa e dell’acquavite?
In particolare, il percorso di produzione della Grappa avviene distillando la vinaccia, a partire dalla buccia e dai vinaccioli di uva fresca, dalla quale si ottiene una bevanda con una gradazione alcolica medio alta smorzata dalla miscelazione con acqua demineralizzata. Il procedimento di distillazione delle vinacce è molto complesso e rigoroso, motivo per cui deve essere compiuto da veri esperti per ottenere un prodotto pregiato.
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Il mastro incaricato trattiene testa e coda del distillato seguendo con attenzione le temperature di evaporazione e, infine, preleva il prodotto bevibile per passare all’affinamento in botti di legno. In Italia il distillato di vinacce italiane prende il nome di Grappa.
L’acquavite, o più genericamente distillato d’uva, si ottiene invece dalla fermentazione dell’uva intera che comprende mosto e vinacce. A differenza della grappa, l’acquavite invecchia in piccole barrique pregiate oppure in vasche di acciaio inossidabile e, al momento dell’imbottigliamento, viene diluita con acqua e poi filtrata.
La differenza tra Acquavite e Grappa
La differenza tra acquavite e grappa, quindi, si colloca durante tutto il processo di produzione che, per l’appunto, dà vita a prodotti molto diversi tra loro.
L’acquavite è considerato un distillato generico perché si ottiene lavorando dapprima una materia solida (la vinaccia) e successivamente una liquida. La possiamo collocare a metà strada tra il brandy e la grappa grazie ai suoi sapori aromatizzati e liquorosi.
Potremmo dire che la principale differenza è che sul palato essa si presenta più raffinata e fruttata rispetto alla durezza alcolica della grappa. Quest’ultima si presenta più rude in tutte le sue declinazioni ma sprigiona il bouquet di aromi a seguito dell’affinamento in botte di legno, assumendo così sentori di legno e bosco restituendole un sentore fortemente aromatico.
Entrambe devono essere servite e gustate fresche ma mai fredde, nei classici bicchieri cilindrici oppure a tulipano.