Per molti non esiste alcuna differenza tra marmellata, confettura e composta, tant’è che questi termini sono spesso utilizzati come sinonimi. Si sa che tutte e tre sono a base di acqua, frutta e zucchero, ma a ben vedere non stiamo parlando della stessa cosa.
Quando mangi un dolce o una fetta di pane con la marmellata, infatti, il tuo unico pensiero è assaporarne intensamente il gusto. Diverso è l’interesse quando stai per metterti ai fornelli, soprattutto se hai deciso di preparare una crostata! In tal caso, quale vasetto fa al caso della tua ricetta? Sappi per esempio che quella di fragole o ciliegie non è una marmellata!
Dal “fatto in casa” alla confettura vera e propria!
Onde evitare brutte figure con amici intenditori di cucina, sfatiamo subito qualche mito della nonna sul riciclaggio della frutta avanzata: le mescolanze “fatte in casa” non sono le più salutari! Esiste, infatti, una normativa che regola a livello europeo (DL 20 febbraio 2004, n. 50, Direttiva 2001/113/CE) gli additivi alimentari che definiscono la differenza tra marmellata, confettura e composta. Scopriamo insieme quali!
Partiamo dalla più rinomata, la marmellata, che si riferisce a una mescolanza portata a consistenza gelificata a base di acqua, zuccheri ed esclusivamente agrumi. Ebbene sì, parliamo di marmellata solo quando si tratta di arance, limoni, mandarini, bergamotto e via dicendo! Ma per esser tale, la quantità di agrumi impiegata nella fabbricazione di 1 kg di prodotto finito non deve essere inferiore a 200 g, di cui almeno 75 g ottenuti dall’endocarpo.
Quando parliamo invece di gusti di frutta varia, si tratta allora della confettura. In particolare, si distingue in confettura semplice, che prevede una quantità di polpa non inferiore a 350 g per un 1kg di prodotto finito, e in confettura extra, dove la porzione di frutta deve essere uguale o superiore a 450 g.
Infine abbiamo la composta, che delle tre è la più genuina e salutare, per via di un’alta concentrazione di frutta o verdura e un basso apporto calorico. Per intenderci è quella senza grumi e dal sapore più agrodolce, facile da spalmare e da abbinare a formaggi o carne.
In tutti i casi, oltre ai limiti di zuccheri, che variano tra un minimo del 60% e del 45%, è importante la portata degli additivi: nelle marmellate e nelle confetture semplici max 25 tipi, nelle confetture extra max 12 tipi, nelle composte solo 4 tipi (citrati di sodio, citrati di potassio, pectina e cloruro di calcio). Questo spiega perché a livello commerciale il termine “composta” è impiegato per prodotti qualitativamente superiori alle marmellate e confetture.
Guarda sempre l’etichetta!
Hai ancora qualche dubbio sulla differenza tra marmellata, confettura e composta? La risposta sta nell’etichetta!
Quando stai per fare un acquisto, prenditi tutto il tempo necessario per identificare il vasetto che ti serve. È obbligo delle aziende indicare tutti i parametri regolamentati per legge, dalle quantità alle diciture ammesse. Per cui troverai sempre riportata la dose di frutta e zuccheri utilizzata, come l’eventuale presenza di anidride solforosa nel caso in cui il livello residuo di quest’ultima superi i 10mg per kg di prodotto.
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